Luigino Bruni

Su Tv2000 a partire dal 29 ottobre ogni domenica alle 19

fonte: Ufficio Stampa TV2000

Benedetta Economia Scotto Bruni 01 ridSusanna Camusso, Brunello Cucinelli, Cesare Romiti, Elsa Fornero, Giulio Tremonti, Suor Giuliana Galli, Johnny Dotti, Bill Niada, discutono con l’economista Luigino Bruni

‘Benedetta economia!’ è il nuovo programma di Tv2000 che propone una lettura inedita dell’economia dei nostri giorni. Otto puntate, otto brani diversi della Bibbia, per scoprire cosa ci sia di antico e di nuovo all’origine di quella ‘economia dell’esclusione e dell’iniquità’ condannata da Papa Francesco nell’esortazione apostolica ’Evangelii Gaudium’.

“C’è un pensiero dei giovani, soprattutto sulle questioni ambientali ed economiche, che è molto più avanti del pensiero degli adulti”, spiega l’economista Luigino Bruni: “Quello che è mancato nel ‘900, non è l’amore per i ragazzi ma il rispetto e l’ascolto del pensiero dei ragazzi. Hanno un punto di vista sulle cose diverso dal nostro e questo pensiero va preso molto sul serio”

Intervista di Maria Chiara Biagioni

pubblicato su AgenSIR il 13/05/2019

Abbiamo invitato premi Nobel, esperti e personalità mondiali per fare da testimonial all’evento ma il target sono i giovani”. Punta dritto ai veri protagonisti di “The Economy of Francesco”, il professore Luigino Bruni. Dal 26 al 28 marzo 2020 la città di Assisi sarà luogo di una tre giorni interamente dedicata ai giovani economisti e imprenditori provenienti da tutto il mondo. Laboratori, manifestazioni artistiche, seminari e plenarie. L’invito a partecipare – ed è questa una grande novità – arriva direttamente da Papa Francesco che nei giorni scorsi ha diffuso una Lettera di convocazione. La proposta è stringere con i giovani un “patto per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani”. Perché sia “più giusta, inclusiva e sostenibile, senza lasciare nessuno indietro”. L’evento è organizzato da un Comitato composto dalla diocesi di Assisi, dal Comune di Assisi, dall’Istituto Serafico di Assisi e da Economia di Comunione. L’economista Luigino Bruni, ordinario di economia politica alla Lumsa, è il direttore scientifico del Comitato. “Questa iniziativa mette insieme due priorità del Pontificato di Francesco: i giovani e l’economia”, spiega. All’incontro, parteciperanno almeno 500 giovani di tutto il mondo. Sono studenti in dottorato in economia e giovani imprenditori. “L’idea è che periodicamente si incontrino e crescano insieme e che parta un movimento di giovani economisti nel mondo nello Spirito di Francesco, che vuol dire Bergoglio ma anche Francesco di Assisi”.

All'interno del Dossier che Famiglia Cristiana ha dedicato ai 10 anni di pontificato di papa Bergoglio, intervista a Luigino Bruni

di Francesco Anfossi

pubblicato su Famiglia Cristiana il 13/03/2023

«Francesco resterà nella storia della Chiesa per molte cose, ci resterà anche per l’economia, per il suo impegno e amore per questa dimensione essenziale della vita. E per noi economisti questa è davvero una bellissima buona notizia». Luigino Bruni è uno dei massimi studiosi del Terzo settore. Esperto di economia ed etica, da anni analizza le tematiche bibliche con gli occhi di un economista. Consultore del Vaticano, è collaboratore del Papa per il progetto “The Economy of Francesco”, la rete dei giovani di tutto il mondo che approfondisce le tematiche sociali care al Pontefice. 

Il programma Patio da Cruz, della TV PUC-SP, ha intervistato Luigino Bruni, economista e coordinatore scientifico di The Economy of Francesco

pubblicato sul sito O São Paulo in14/07/2021

"L'economia di Francesco. Giovani, un patto, il futuro" doveva essere un incontro dal vivo, rivolto ai giovani economisti e imprenditori di tutto il mondo, impegnati in una proposta per umanizzare l'economia, costruire una società più giusta e difendere l'ambiente. Convocato da Papa Francesco e ispirato da San Francesco, doveva svolgersi nel 2020 ad Assisi. La pandemia ha cambiato tutto, l'evento si è svolto virtualmente e ha dato origine a un processo che oggi comporta una grande mobilitazione dei giovani, con progetti rivolti al bene comune in tutto il mondo. 

This Friday we’ll have a great opportunity of dialogue with Fr. Augusto Zampini, Adjunct Secretary of the Dicastery for Promoting Integral Human Development.

The Problem of our time is a transcendental challenge. The Covid-19 pandemic is a manifestation of the climate and environmental crisis we have been in for a long time. The "normality" we have to get used to is this. And in this normality, both inside and outside the short or long periods of "spatial distancing", we must develop culture, proposals and tools to deal with it. We meet, by choice or necessity, radical changes especially of the Lifestyles.  

Esce oggi in libreria per Vita e Pensiero il libro: «The Economy of Francesco. Il racconto dei protagonisti per una nuova economia»: qui la prefazione di Luigino Bruni

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenireil 08/09/2022

Sei puntate in onda il sabato alle ore 15.15. Dal 1 ottobre al 5 novembre su Tv2000

fonte Ufficio stampa TV2000

Da sabato 1 ottobre parte su Tv2000 il programma «Pani e pesci. L’economia del Vangelo», con il professor Luigino Bruni, condotto da Eugenia Scotti. Il programma, in sei puntate, in onda il sabato alle 15.15 mette al centro i principi di un’economia più giusta e inclusiva capace di affrontare, alla luce del Vangelo, le crisi di oggi e quelle di domani. Realizzato in collaborazione con la Scuola di Economia Civile.

Da domenica prossima 3 marzo e per tutto il mese, Luigino Bruni sarà il conduttore di "Uomini e Profeti" alle 9.30 su RAI Radio 3

E' sempre esistito, ed esiste ancora, un profondo intreccio tra economia e religione, tra mercato e spirito. A partire da domenica 3 marzo e per altri tre incontri, Luigino Bruni, ordinario di Economia politica all'Università " Lumsa" di Roma ed editorialista del quotidiano "Avvenire", guiderà gli ascoltatori di RAI Radio 3 alla scoperta delle relazioni che intercorrono tra il capitalismo e il sacro, a partire dall' homo oeconomicus dell'antichità.

Recensione del libro di Luigino Bruni: “Il mercato e il dono”, Egea Editore, 2015

di Enrico Fontana

pubblicato su L’Unità il 20/12/2015

Il mercato e il dono ridHa ancora un senso parlare di dono in un’economia che sembra essere letteralmente accecata dal profitto? E che spazio rimane alla gratuità nelle nostre relazioni? Complice il Natale, le domande con cui si apre il libro di Luigino Bruni “Il mercato e il dono” possono aiutarci a riflettere su quelli che l’autore chiama “gli spiriti del capitalismo”. E magari a scoprire le radici, culturali e persino religiose, di quelle distorsioni che rendono così difficile oggi immaginare un futuro di benessere e felicità.

 Oikonomia/10 - La pretesa di retribuire Dio e quel velo che non nasconde lo sfruttamento

Pubblicato su Avvenire il 14/03/2020

 "Uno dei motivi dell’uccisione del dio è preservarlo dall’invecchiamento"

R. Money-Kyrle, Il significato del sacrificio

Le imprese oggi fanno sempre più ricorso al registro del sacrificio che la teologia sta invece abbandonando. Parola complessa soprattutto nel cristianesimo, che molto si presta a rischi di manipolazione.

Sacrificio è parola della religione, dell’economia, di ogni crisi. I sacrifici sono nati o si sono sviluppati durante le grandi crisi collettive – le guerre, le carestie, le pestilenze. Nel mondo antico, quando la vita diventava dura e un male minacciava le comunità, i nostri progenitori iniziarono a pensare che offrire qualcosa di valore alla divinità potesse essere l’essenziale strumento di management delle catastrofi e delle crisi. Il sacrificio agli dei di animali e, in certi casi, di bambini e di vergini, divenne un linguaggio per legare cielo e terra, la speranza collettiva di poter agire sui nemici invisibili. I sacrifici si nutrono di speranza e di paura, di vita e di morte. È una esperienza radicalmente comunitaria, che cura, ricrea e nutre i legami dentro la comunità e tra la comunità e i suoi dèi. 

L’anima e la cetra/6 - La preghiera fa uscire il Creatore dalle metafore-gabbie create per Lui

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 03/05/2020

"Nelle mie note non si troverà né un commento ebraico, né un commento cristiano.

A me duole l’uomo: non ho altra guida. E come atto di pietà lo trasmetto."

Guido Ceronetti, Il libro dei salmi

Il Salmo 6 ci aiuta a ricordare che la sofferenza e la malattia non sono volute dal Padre, che se glielo chiediamo sa “tornare” vicino.

Chiunque abbia attraversato il guado di una malattia seria ha imparato che quella malattia non riguardava soltanto il corpo. O meglio: ha capito che il corpo è intreccio di materia e di spirito, è carne spirituale e spirito incarnato. Le malattie sono quindi domande, rivolte a noi e agli altri. Sono tra i pochi momenti di verità che ci capita di vivere. Quando ci ritroviamo in un letto d’ospedale che pensavamo fosse solo per gli altri, finisce il tempo della fiction e inizia quello della verità e delle domande nude. Non ci accontentiamo più delle mezze bugie dette agli altri e a noi stessi: i referti e le diagnosi diventano linguaggi di un nuovo rapporto autentico con la vita e col mondo. Ecco perché una malattia può essere annuncio anche di una grande benedizione. Ed è proprio tra la sofferenza e la benedizione che si annidano le insidie religiose della malattia. L’uomo antico indirizzava le sue domande prima di tutto a Dio. Noi abbiamo impoverito i linguaggi della vita, e le domande le rivolgiamo soprattutto alla scienza e ai dottori. Ma se la malattia diventa severa, prima o poi arrivano anche le domande profonde: "Ma perché proprio a me?", "Che cosa si è guastato nella mia vita?"; "E perché?". Ogni tanto, anche nel mezzo del nostro mondo spopolato di dèi, può tornare tremenda la domanda: "Di quale colpe mi sono macchiato per meritarmi tutto questo dolore?". È molto difficile uscire innocenti da una grave malattia. 

Oikonomia/6 - Se il consumo è meccanismo di salvezza, il povero è maledetto

Pubblicato su Avvenire il 16/02/2020

La nascita dell’economia capitalista è un grande paradosso. Come fu possibile che la ricerca della ricchezza diventasse da vizio una benedizione? E quali le conseguenze?

“Ciò che noi sappiamo è soltanto questo: che una parte dell’umanità sarà salva e un’altra rimarrà dannata”.

Max Weber, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo

Un’Europa anti-capitalista che generò lo "spirito" del capitalismo, è uno dei fenomeni più misteriosi e complessi della storia. L’economia europea a "doppio binario" (laico e religioso) aveva maturato, nei monasteri e nelle città, una visione critica della ricerca della ricchezza materiale. Sebbene per ragioni diverse, dentro e fuori i monasteri e i conventi la ricerca di profitti e guadagni non era né lodata né incoraggiata.
I religiosi e le religiose facevano voto di povertà, nelle città commerciali l’avarizia era considerata uno dei principali vizi capitali. L’Inferno di Dante abbonda di avari, sottomessi alla tremenda custodia di Pluto, divinità pagana con sembianze di lupo (canto VII). Nel Medioevo l’avarizia, cioè trasformare la ricchezza da mezzo a fine, era infatti vizio privato e pubblico, perché conduceva alla perdizione morale della singola persona e delle comunità. Come tutti i vizi capitali, dalla loro pratica non poteva venire nulla di buono – abbiamo dovuto aspettare la modernità per iniziare a pensare che dai "vizi privati" potessero derivare "pubbliche d virtù". Come mai l’etica dell’avarizia-lupa partorì un giorno l’etica capitalistica? Torna qui la metafora del capitalismo-cuculo da cui siamo partiti cinque domeniche fa. 

Il 4 settembre il direttore di Rotogine, impresa Edc al Polo Spartaco, ci ha improvvisamente lasciato. Grande commozione fra tutti coloro che lo hanno conosciuto

Odilon Junior 2 ridE' duplice il sentimento che ha pervaso chi è venuto a conoscenza dell'improvvisa scomparsa dell'imprenditore Edc Odilon Augusto de Souza Junior: da un lato il dolore per la perdita di una persona cara che è stata fra i costruttori dell´Economia di Comunione nel Polo Spartaco, in Brasile; dall'altro, la certezza di avere in cielo un intercessore  che da lassù continuerà a dare forza ed a lavorare per l'ideale di una Economia di comunione.

Vita umana e religione del profitto

Capitalismo infelice 450Luigino Bruni

Giunti Slow Food Editore,
Collana: TERRAFUTURA
Firenze, 19 settembre 2018
ISBN - EAN: 9788809867888
acquista su Giunti Editore

Oggi la dimensione religioso-sacrale del capitalismo ha invaso la politica, la scuola, le imprese e ha reso il lavoro uno strumento per aumentare il consumo idolatrico di beni. Nel capitalismo individualistico la meritocrazia e gli incentivi sono divenuti un dogma e noi siamo soltanto clienti di questa nuova religione. Con un marketing narrativo che enfatizza il merito e non il bisogno, l'ideologia del business è assurta a visione del mondo, della persona, delle relazioni sociali.

Alle radici dello spirito mercantile tra religione e profitto

Capitalismo meridiano 500Luigino Bruni

Il Mulino, Bologna, Agosto 2022
Collana "Saggi"
ISBN: 9788815299406
Acquista su Il Mulino

L’ultimo Medioevo ha generato il grande codice dell’economia di mercato, che con la Riforma protestante si biforcherà in un capitalismo nordico, erede di Lutero e Calvino, e in uno meridiano, figlio dei mercatorestoscani e di san Francesco. Un capitalismo dunque che in qualcosa ha continuato l’Umanesimo civile dei secoli precedenti e in altro di importante se ne è invece allontanato. Questo libro ne racconta la genesi evidenziandone gli aspetti comunitari, meticci e relazionali, maschili ma con inaspettate presenze femminili; con uno sguardo speciale all’intreccio tra lo spirito dei mercanti e quello dei frati mendicanti. Un viaggio attraverso il primo capitalismo europeo animato e ispirato da qualcosa di molto più grande, vasto e potente del puro interesse economico delle merci.

L’anima e la cetra/16 - L’<immortalità seconda> dei beni accumulati e la via della fraternità

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 12/07/2020

"Dantès, che tre mesi prima non aspirava ad altro che alla libertà, ora non si accontentava più della libertà e aspirava alla ricchezza; la colpa non era di Dantès ma di Dio che, limitando la potenza dell’uomo, ha suscitato in lui desideri infiniti!"

Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo

Il Salmo 49 ci porta a riflettere sulla natura della ricchezza e sulla sua promessa di vita eterna, che, se ben intesa, non è totalmente falsa.

Desideriamo la ricchezza perché aumenta la libertà. Tra le libertà “comprate” dalla ricchezza quella più affascinante e tentatrice è la libertà dalla morte e dalla sofferenza. Sta qui la radice della natura religiosa della ricchezza, che può diventare per noi un idolo perché ha tratti che la fanno somigliare alle divinità. Nel Vangelo è stato Gesù stesso a metterla in concorrenza con Dio, perché promette una sua diversa immortalità. Nell’Eden Elohim non proibì all’Adam i frutti dell’albero della vita perché quella proibizione sarebbe stata inefficace, tanto è forte negli uomini e nelle donne il desiderio di immortalità. La ricchezza ci attrae perché ci appare come ciò che sulla terra più assomiglia all’elisir dell’eterna giovinezza. Eros (amore) e plutos (ricchezza) sono i due dèi che, ciascuno nel suo modo, non hanno mai smesso di combattere thanatos (morte). 

ContrEconomia/9 - Continua l’analisi degli effetti civili ed economici della Controriforma.

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 30/04/2023

"Con una teologia falsa si è spesso avuto una pietà vera. Il sonar l’organo, osservava Galileo, non s’impara da quelli che sanno far gli organi ma da chi li sa suonare. I teologi fanno gli organi, quanto a sonarli è un’altra cosa. Il più inerudito cristiano può riuscirci meglio."

Giuseppe De Luca, Introduzione all’archivio italiano per la storia della pietà, p. LIX

La cristianizzazione delle feste della natura, l’affermarsi dei santi intercessori e d’una dura teologia, la forza semplice della fedeltà a Dio, il Dio della vita.

«Che dire di quelli che in ogni regione reclamano il loro particolare santo protettore? Questo fa passare il mal di denti, quello assiste alle partorienti, uno fa recuperare gli oggetti rubati, quello che salva dai naufragi, la Vergine alla quale il volgo attribuisce quasi più poteri che al Figlio». Sono parole del grande Erasmo da Rotterdam (Elogio della Follia, § 40), scritte nel 1509 mentre Lutero stava maturando la sua Riforma, alla quale Erasmo non aderì. Erasmo non fu ascoltato. Quattro secoli dopo, oggi leggiamo: «C’è un monte, a poca distanza dal Pollino, con un culto arboreo che qui chiamano “Ndenna”, si svolge a metà giugno a Castelsaraceno. La prima domenica del mese si va a tagliare il faggio destinato a vestire gli abiti dello sposo (la “Ndenna”). La domenica successiva si sceglie il pino, la ‘cunocchia’ che farà da sposa. E infine sant’Antonio benedice l’unione» (Domenico Notarangelo, I sentieri della pietà, 2000). 

L’anima e la cetra/26 - C’è pure un buon spreco di tempo e di cose, al servizio di relazioni grandi e vere

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenire il 27/09/2020

"Massimo ristoro e sollievo mi veniva dai conforti degli amici... i colloqui, le risa in compagnia, lo scambio di cortesie affettuose, i dissensi occasionali, senza rancore, come di ogni uomo con se stesso, e i più frequenti consensi, insaporiti dai medesimi rarissimi dissensi; l’essere ognuno dell’altro ora maestro ora discepolo, la nostalgia impaziente di chi è lontano, le accoglienze festose per chi ritorna".

Agostino,Le confessioni, IV

Il Salmo 133 è noto come il salmo della fraternità, che mentre ci parla della bellezza della fraternità del sangue ci annuncia una diversa fraternità dello spirito.

La fraternità è una grande parola della Bibbia perché è una grande parola della vita. È un altro nome della felicità. I fratelli e le sorelle fanno parte del paesaggio ordinario di casa, sono componente essenziale della nostra vita. L’amore per i fratelli e per le sorelle non ha le note dell’eros né quelle della philia (non sempre siamo amici dei nostri fratelli, eppure li amiamo molto). È un altro amore, diverso e speciale, che usa il linguaggio della carne e delle viscere (e in questo somiglia a quello per i genitori). Una nota tipica della fraternità è quel dolore viscerale che sentiamo quando una sorella o un fratello si ammala, quando soffre, quando viene offeso o umiliato - vedere una sorella soffrire è per noi maschi uno dei dolori più grandi. C’è poi una gioia tipica e specialissima, forse una delle più grandi sulla terra. È quella che provano i genitori, le madri soprattutto, quando vedono i loro figli che si vogliono bene, quando li vedono stimarsi a vicenda, benedirsi l’un l’altra, consolarsi, difendersi, aiutarsi, fare festa insieme.

L'esilio e la promessa/7 - Non nei “centri” dei potenti falsi profeti, ma nelle periferie e tra gli ultimi

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 23/12/2018

Ezechiele 07 rid«Io ti supplico: Dio, mio sognatore, continua a sognarmi»

J. L. Borges, Storia della notte

La Bibbia è narrazione di migrazioni, di esili, di popoli nomadi e di tende mobili, è la stupenda storia di un arameo errante che insegue una voce dentro un orizzonte infinito. In un villaggio di esuli nei pressi di Babilonia, per ordine di YHWH, la profezia prese la forma del migrante, e l’homo migrans divenne parola biblica nella carne di uno dei profeti più grandi. E vi è rimasta per sempre. In Ezechiele, profeta povero e esiliato, sacerdote senza tempio di un Dio sconfitto, ogni emigrato della terra può leggere la propria storia, può pregare con le sue parole se ha esaurito le proprie, può sentirlo compagno di bagaglio e di fughe notturne per terra e per mare, sotto lo stesso velo che oscura gli occhi per non morire di dolore.

L’anima e la cetra/20 - L’arte di contare i giorni è essenziale eppure raro mestiere spirituale

di Luigino Bruni

Pubblicato su Avvenireil 9/08/2020

"Nel tempo in cui Dio creò tutte le cose, il sole creò. Il sole nasce, muore e ritorna. E la luna creò. La luna nasce, muore e poi ritorna… Anche l’uomo creò. L’uomo nasce e muore e non ritorna più."

Canto sudanese dei Denka

Il salmo 90 ci ricorda che si può vincere la fugacità dell’esistenza intonando il nostro cuore con quello dell’universo. E poi, ogni mattino, continuare il nostro lavoro.

All’origine della vita spirituale c’è un’esperienza dell’assoluto. Una esperienza rara che accade, a ogni età, quando intuiamo che siamo solo un granello di sabbia in un mare infinito, che il mare e noi abbiamo un senso, ed è lo stesso senso. Se la vita filosofica inizia con la meraviglia di essere-al-mondo, la vita spirituale inizia con lo stupore di questo duplice-unico senso; quando capiamo che siamo farfalla effimera, nasciamo per volare un giorno solo, ma l’ebrezza di quel "folle volo" è la stessa ebrezza dell’universo. La fotografia che fissa un solo attimo può essere bellissima come il film più bello, e persino più luminosa. Il nostro tempo è un attimo, ma ha la stessa qualità del tempo di Dio. Perché l’assoluto è entrato nel nostro tempo, noi nel suo, e sono diventati lo stesso tempo. E quando riusciamo a intonare il nostro cuore con quello dell’universo sentiamo lo stesso battito, scopriamo che i due pulsano all’unisono – la preghiera, forse, è solo questo. 

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