Si apre domani a Firenze l'edizione 2025 del Festival Nazionale dell'Economia Civile. Appuntamento in mattinata con Luigino Bruni (e con Pinocchio) presso l'Università di Firenze, Novoli
fonte: Ufficio Stampa FNEC
Dal 2 al 5 ottobre Firenze tornerà ad accogliere il Festival Nazionale dell’Economia Civile, un appuntamento che negli anni si è affermato come un crocevia di riflessioni e pratiche dedicate al bene comune, alla fiducia, alla reciprocità e alla pubblica felicità. Un evento che mette al centro la persona e i legami comunitari, in un tempo in cui l’economia appare spesso ridotta a numeri e performance, dimenticando il suo volto umano.
Nella giornata di apertura del Festival, nell’aula magna dell’Università di Firenze a Novoli, ci sarà anche Luigino Bruni, presidente della Scuola di Economia Civile, professore ordinario in Economia Politica e direttore del Dottorato in Scienze dell’Economia Civile presso la Lumsa di Roma. Con il panel dal titolo “Collodi e l’economia di Pinocchio: dono, incentivi e relazioni”, Bruni porterà al festival una nuova occasione per riflettere sugli effetti dell’uso del denaro come incentivo nei percorsi educativi di bambini e adolescenti e, insieme, per rendere omaggio a un grande protagonista della cultura fiorentina. Spiega Bruni:
«Collodi è una figura interessante per l’economia civile, perché Pinocchio, oltre ad essere un mito fondativo dell’Italia moderna, è anche un libro che contiene tanta economia, esprimendo concetti in linea con l’economia civile. Tutti i guai di Pinocchio, infatti, nascono dal denaro: dalla vendita dell'abbecedario per entrare nel teatro di Mangiafuoco, fino all’incontro con il Gatto e la Volpe che lo adescano per rubargli i 5 zecchini d’oro. Il rapporto sbagliato con il denaro, quindi, è un tema centrale e per noi sarà spunto di riflessione con adolescenti e bambini, spiegando come si usa il denaro dentro casa e come bisogna approcciarsi a questo».
Bruni sottolinea come «finché un ragazzo non raggiunge una sua autonomia da maggiorenne, è bene che il suo rapporto con il denaro non sia mai diretto, ma bensì mediato dalla famiglia. Il denaro, infatti, è un linguaggio potente, come può esserlo la sessualità, ed è bene che sia accompagnato e spiegato da adulti che hanno la responsabilità e il dovere di proteggere i nostri ragazzi. Più si tiene un adolescente lontano dal denaro, meglio è. Gli anni della giovinezza, infatti, sono quelli della gratuità e della spensieratezza: non dobbiamo trasformare i nostri ragazzi in ragionieri o economi».
E ancora: «Anche i dati – conclude Bruni – confermano che se durante l’infanzia e l’adolescenza vengono sviluppate motivazioni intrinseche, allora in futuro avremo uomini e donne che saranno buoni lavoratori e lavoratrici. Al contrario, se fin da piccoli siamo educati ad agire secondo l’incentivo monetario, da adulti saremo fatica a relazionarci al meglio con il lavoro».
Il Festival rilancia così, anche attraverso le pagine di Collodi, la sfida di un’economia che sappia guardare all’educazione, alla gratuità e alla dimensione umana come fondamento di una società più giusta e felice.
Il FNEC è promosso da Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen) e da Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt – Nuova Economia per Tutti, con il contributo di Fondosviluppo, Assimoco, Assicooper, Federazione Toscana delle BCC, Enel, Frecciarossa, Gioosto, Publiacqua e la collaborazione dell'Università degli Studi di Firenze, SEC – Scuola di Economia Civile e di MUS.E
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