Mind the Economy

I Commenti de «Il Sole 24 Ore» - Mind the Economy, la serie di articoli di Vittorio Pelligra sul Sole 24 ore.

di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 04/06/2023

“Se gli uomini non sanno quale sia il loro dovere, cosa mai potrà costringerli ad obbedire alle leggi? Un esercito, mi direte. Ma chi costringerà l’esercito?” Scrive così Thomas Hobbes nel suo Behemoth (Laterza, 1979, p. 68) pubblicato postumo nel 1681, trent’anni dopo il più famoso Leviatano, di cui avrebbe dovuto costituire l’ideale seguito. Questa domanda pone un problema cruciale per tutti i pensatori del tempo e cioè quello dell’origine della cogenza delle norme.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 16/07/2023

Il 24 luglio 1749 il filosofo Denis Diderot, uno dei philosophes, gli animatori del progetto dell’Encyclopedie, viene arrestato a causa dei suoi articoli sgraditi al potere e incarcerato a Vincennes. L’amico Jean-Jaccques Rousseau andrà spesso a trovarlo durante la sua prigionia. In viaggio, in occasione di una di queste visite, il filosofo ginevrino ha una sorta di epifania. Aveva letto di un concorso indetto dall’Accademia di Digione sul tema “Se il miglioramento delle scienze e delle arti ha contribuito a migliorare i costumi”.

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di Vittorio Pelligra

pubblicato su Il Sole 24 ore del 01/05/2022

La pandemia ha causato milioni di morti in tutto il mondo ed è stata combattuta con uno sforzo collettivo internazionale. Un simile sforzo, paradossalmente, oggi ci impegna in una guerra il cui esito, in termini di vite umane, speriamo non si avvicini neanche lontanamente a quel tragico bilancio. Questo è lo scenario in cui ci trova immersi l'arrivo di questo primo maggio, Festa del Lavoro, Festa dei Lavoratori. Le cure sanitarie e la produzione del vaccino volti a salvare vite, da una parte, e la produzione di armi e il mestiere della guerra volti a distruggere e a uccidere, dall'altra. In mezzo a questi due estremi una enorme varietà di attività, i nostri lavori, non tutti uguali.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 11/09/2022

Secondo Herbert Gintis, economista dell'università del Massachusetts il problema con la descrizione delle scelte umane incorporata nella teoria economica non risiede tanto nella presunzione di razionalità: “L'assunto che gli esseri umani siano razionali– infatti – è un'eccellente prima approssimazione”, afferma Gintis, il problema vero risiede nell'incapacità della teoria a cogliere la naturale socialità dell'uomo: “Gli esseri umani hanno un'epistemologia sociale, nel senso che abbiamo processi di ragionamento che ci offrono forme di conoscenza e comprensione, in particolare la comprensione e la condivisione del contenuto di altre menti, che non sono disponibili per le creature semplicemente ‘razionali'. Questa epistemologia sociale caratterizza la nostra specie. Il limite della ragione non è dunque l'irrazionale, ma il sociale” (The Bounds of Reason, Game Theory and the Unification of the Behavioral Sciences, Princeton University Press, 2009).

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il sole 24 ore il 23/12/2018

Regali natale IlSole24Ore Web ridE poi uno si stupisce che l’economia venga definita “la scienza triste”! Neanche il tradizionale scambio di doni è passato indenne dallo scrutinio degli occhiuti economisti. Qualche anno fa, in particolare apparve un controverso studio nel quale stimava la perdita netta di ricchezza legata allo scambio di doni natalizi (Waldfogel J. “The deadweight loss of Christmas”. American Economic Review 83, 2003). L’indagine di questo novello Scrooge, con grafici ed equazioni, stimava la differenza tra il valore monetario attribuito ai doni ricevuti e il loro costo effettivo; individuando in un valore oscillante tra il dieci e il trenta percento, la perdita netta.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 01/10/2023

La teoria della giustizia è per Immanuel Kant una dottrina del diritto (Rechtslehre), nel senso che il concetto di “giustizia” indica per il filosofo tedesco, innanzitutto l’esistenza di un corpus di norme capace di proteggere la libertà di ogni individuo assicurandone, contemporaneamente, la compatibilità con la libertà di ogni altro individuo. La mia libertà non può, in nessun modo, interferire con la tua e viceversa. Kant, oltre a questa idea “negativa” di libertà – la libertà dalla coercizione e dall’abuso esterni, definisce anche una seconda accezione “positiva” di libertà e cioè riferita all’azione di soggetti autonomi capaci di esercitare una volontà che si fa “legge a sé stessa”, capace, cioè, di autoimporsi dei vincoli i quali, se arrivassero dall’esterno, potrebbero essere considerati ingiusti.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 29/10/2023

La devozione di Immanuel Kant all’idea di libertà è totale. Lo è al punto da generare in lui una vera e propria identificazione tra il concetto di libertà e quello di giustizia. La sua teoria della giustizia è, infatti, una vera e propria teoria del diritto (Rechtslehre) nella quale viene descritta come giusta una società che si dota di un corpus di norme capaci di stabilire e proteggere la libertà del singolo e la sua compatibilità con la libertà di tutti gli altri membri dello Stato.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 08/10/2023

Giusta è per Kant quella comunità capace di garantire la libertà ad ogni suo membro in modo che tale libertà risulti in armonia con la libertà di tutti gli altri. Una posizione centrale del liberalismo moderno che ispirerà pensatori più vicini a noi e tra loro anche molto diversi come il Friederich von Hayek di The Constitution of Liberty(1960) e John Rawls con il suo “principio di libertà”, uno dei due principi fondamentali di A Theory of Justice(1971).

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di Vittorio Pelligra

pubblicato su Il Sole 24 oredel 25/07/2021

Capita di sbagliare così come capita di essere sviati da errori sistematici, dai cosiddetti “bias”. Ne abbiamo parlato a lungo nelle scorse settimane. Sapere che certi errori sono sistematici, cioè si ripetono tendenzialmente tutti e per tutti nello stesso modo, però, può anche essere un vantaggio non da poco. La loro sistematicità, infatti, li rende prevedibili e quindi prevenibili. Ma come?

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di Vittorio Pelligra

pubblicato su Il Sole 24 ore del 18/07/2021

Secondo il fisico danese Niels Bohr, un esperto è qualcuno che ha commesso tutti gli errori che si possono compiere in un campo molto ristretto. La definizione è interessante anche se in italiano non rende bene quanto in inglese. L’inglese, infatti, ha due termini chiari per definire l’esito di un processo di apprendimento: da una parte abbiamo l’«experience» e dall’altra abbiamo, invece, l’«expertise». Il primo termine, che possiamo tradurre facilmente con «esperienza», indica quella conoscenza che otteniamo attraverso feedback ripetuti che ci indicano, attraverso un’operazione di associazione causa-effetto che, con una certa probabilità, a una determinata condotta seguiranno determinati effetti. Affinché questo processo abbia luogo è necessario che i feedback siano chiari, rapidi e numerosi.

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di Vittorio Pelligra

pubblicato su Il Sole 24 ore del 26/06/2022

Quella della cooperazione umana è una sfida colossale. Ha ricadute in ambito politico, sociale, economico. Dalla capacità e dalla volontà di cooperazione derivano, tra le altre cose, la pace, la prosperità, la qualità delle istituzioni democratiche, la salvaguardia dell’ambiente e molti altri beni di cui non possiamo fare a meno e da cui, sempre più radicalmente, dipende la qualità della nostra vita. È naturale, quindi, andare alla ricerca di quelli che sono gli elementi che facilitano o ostacolano questa capacità, di quelle che sono le determinanti della cooperazione umana.

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di Vittorio Pelligra

pubblicato su Il Sole 24 ore del 26/09/2021

Scriveva Adam Smithnella sua “Ricchezza delle Nazioni” che «Chi offre ad un altro un affare di qualsiasi tipo, si propone di fare questo: dammi ciò che voglio, e avrai ciò che vuoi. Questo è il significato di ogni simile offerta; ed è in questo modo che otteniamo gli uni dagli altri la maggior parte di quei buoni uffici di cui abbiamo bisogno. Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo la nostra cena, ma dal rispetto che hanno per il loro interesse».

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di Vittorio Pelligra

pubblicato su Il Sole 24 ore del 19/09/2021

Le economie moderne basano il loro successo sull’esistenza di istituzioni come i mercati, le imprese, le organizzazioni pubbliche che funzionano grazie al coordinamento delle azioni di numerosi, numerosissimi attori, di un numero a volte enorme di individui che, singolarmente, decisione dopo decisione, operano, esplicitamente o implicitamente, in vista della produzione di benefici individuali e collettivi.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 23/10/2022

Interno giorno: una classe di prima elementare. I giovani alunni ed alunne sono impegnati in un test di aritmetica. Dopo qualche tempo e non poca fatica i compiti vengono consegnati agli insegnanti per la valutazione. Alcuni saranno andati bene, altri saranno andati meno bene, com’è naturale che sia. Ora immaginate di ripetere la stessa operazione in tutte le prime classi della scuola e in tutte le scuole della città. Poi prendete i risultati e associate a ogni bambino il reddito della famiglia di origine. Quello che si vedrà è che coloro che vengono dal 25% delle famiglie con il reddito più alto saranno mediamente quelli con i punteggi più alti. Quelli, invece, che appartengono al 25% delle famiglie con il reddito più basso, avranno mediamente i punteggi più bassi. Si capisce.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Oreil 09/07/2023

«Il primo che, cintato un terreno, pensò di affermare, questo è mio, e trovò persone abbastanza ingenue da credergli fu il vero fondatore della società civile». Così scrive il grande ginevrino, Jean-Jacques Rousseau, all'inizio della parte seconda del Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza fra gli uomini (1755).

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 30/07/2023

“Tre sono le sorgenti dalle quali derivano i principii morali e politici regolatori degli uomini – scrive Cesare Beccaria nelle prime pagine del suo Dei delitti e delle pene (1764) - La rivelazione, la legge naturale, le convenzioni fattizie della società”. Dio, natura e convenzioni umane fondano, dunque, tre differenti prospettive rispetto a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 14/05/2023

Chi avesse dei dubbi sul potere delle idee dovrebbe riflettere sulla convinzione che molti dei più grandi filosofi politici dei secoli passati avevano circa la possibilità, dopo un'eventuale rivoluzione, che le loro opere venissero usate per accendere quei roghi nei quali essi stessi sarebbero stati gettati per primi. L'inglese John Locke fu uno di questi grandi filosofi e le sue idee gli procurarono un'esistenza avventurosa e lo portarono pericolosamente vicino ad un simile destino.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 21/05/2023

Nel 1690 John Locke pubblica, in forma anonima la sua opera politica più compiuta i Due trattati sul governo. Il lungo sottotitolo del libro è di per sé piuttosto illuminante: “Nel primo, i falsi princìpi e fondamenti di Sir Robert Filmer e dei suoi seguaci sono rivelati e confutati. Il secondo è un saggio concernente la vera origine, l'estensione e il fine del governo civile”.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 03/09/2023

Nella visione elaborata dal filosofo inglese John Stuart Mill l'idea di giustizia è certamente legata alla dimensione morale. Un'azione giusta è con certezza un'azione morale. La cosa interessante, però, è che, al contrario, non tutte le azioni morali hanno a che fare direttamente con l'idea di giustizia. Mill utilizza l'esempio della beneficenza e della carità. Due comportamenti lodevoli e associati ad un senso di moralità. Eppure, nonostante, questo, sarebbe difficile poter definire ingiusta la scelta di una persona di fare beneficenza per una causa ma non per tutte le cause, oppure fare la carità verso una persona ma non verso chiunque altro si trovi in condizioni di bisogno.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 20/08/2023

John Stuart Millè in genere considerato un pensatore utilitarista, ma la sua critica a Bentham, il padre ufficiale di quella corrente di pensiero, è così profonda che si potrebbe supporre il suo sia un approccio del tutto originale e indipendente dall'utilitarismo di Bentham. Se quest'ultimo fu un bambino prodigio - a 12 anni frequentava già l'Università di Oxford - Mill non fu da meno. Educato esclusivamente in casa dal padre James, anch'egli intellettuale di primo piano, amico di David Ricardo, Jean-Baptiste Say e dello stesso Bentham. Il giovane John divenne molto presto precettore dei suoi fratelli più piccoli.

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