La Scuola di Economia Biblica propone un breve corso online su «Economia e letteratura» con Luigino Bruni. In questa intervista le ragioni di un accostamento originale ma molto fecondo. Appuntamento il 20 e il 27 marzo!
fonte: Polo Lionello Bonfanti
La letteratura come passione e come metodo per capire il nostro destino di esseri affascinati dalle storie. La letteratura come luogo per capire i fatti della vita, l’essenza di una cultura, le complessità dell’animo, le sue contraddizioni e i suoi conflitti interiori. L’amore, la giustizia, il dolore, e quindi anche l’economia.
Due mercoledì, 20 e 27 marzo, dalle ore 17.00 alle ore 19.30, Luigino Bruni proporrà una imperdibile rilettura di alcuni classici della letteratura internazionale. Un esperimento affascinante scaturito da un incontro tra un economista accademico e alcuni capolavori del passato per una possibile storia letteraria dell’economia.
«L’indifferenza degli economisti verso la letteratura (con le dovute eccezioni) è stata ricambiata solo in parte dagli scrittori. Perché se da una parte gli scrittori ‘di mestiere’ non hanno cercato intenzionalmente e sistematicamente un dialogo con gli economisti, alcuni letterati si sono comunque interessati di economia – racconta Bruni. E lo hanno fatto perché sapevano che l’economia è una parte essenziale della condizione materiale della gente, è la sostanza della vita concreta delle persone; e così quando la letteratura ha voluto parlare della vita vera non ha potuto non incontrare il lavoro, il consumo, il risparmio, le fabbriche, le migrazioni, la cura, gli ospedali, la scuola, i campi, le banche, gli uffici, le tasse - anche Omero, Virgilio, Esiodo, Isaia parlavano anche di economia. Perché è stato sempre molto difficile, forse impossibile, parlare delle passioni, delle emozioni, della felicità e del dolore senza parlare anche di cose economiche».
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