Mind the Economy

I Commenti de "Il Sole 24 Ore" - Mind the Economy, la nuova serie di articoli di Vittorio Pelligra sul Sole 24 ore

di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il sole 24 ore il 23/12/2018

Regali natale IlSole24Ore Web ridE poi uno si stupisce che l’economia venga definita “la scienza triste”! Neanche il tradizionale scambio di doni è passato indenne dallo scrutinio degli occhiuti economisti. Qualche anno fa, in particolare apparve un controverso studio nel quale stimava la perdita netta di ricchezza legata allo scambio di doni natalizi (Waldfogel J. “The deadweight loss of Christmas”. American Economic Review 83, 2003). L’indagine di questo novello Scrooge, con grafici ed equazioni, stimava la differenza tra il valore monetario attribuito ai doni ricevuti e il loro costo effettivo; individuando in un valore oscillante tra il dieci e il trenta percento, la perdita netta.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 01/10/2023

La teoria della giustizia è per Immanuel Kant una dottrina del diritto (Rechtslehre), nel senso che il concetto di “giustizia” indica per il filosofo tedesco, innanzitutto l’esistenza di un corpus di norme capace di proteggere la libertà di ogni individuo assicurandone, contemporaneamente, la compatibilità con la libertà di ogni altro individuo. La mia libertà non può, in nessun modo, interferire con la tua e viceversa. Kant, oltre a questa idea “negativa” di libertà – la libertà dalla coercizione e dall’abuso esterni, definisce anche una seconda accezione “positiva” di libertà e cioè riferita all’azione di soggetti autonomi capaci di esercitare una volontà che si fa “legge a sé stessa”, capace, cioè, di autoimporsi dei vincoli i quali, se arrivassero dall’esterno, potrebbero essere considerati ingiusti.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 29/10/2023

La devozione di Immanuel Kant all’idea di libertà è totale. Lo è al punto da generare in lui una vera e propria identificazione tra il concetto di libertà e quello di giustizia. La sua teoria della giustizia è, infatti, una vera e propria teoria del diritto (Rechtslehre) nella quale viene descritta come giusta una società che si dota di un corpus di norme capaci di stabilire e proteggere la libertà del singolo e la sua compatibilità con la libertà di tutti gli altri membri dello Stato.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 08/10/2023

Giusta è per Kant quella comunità capace di garantire la libertà ad ogni suo membro in modo che tale libertà risulti in armonia con la libertà di tutti gli altri. Una posizione centrale del liberalismo moderno che ispirerà pensatori più vicini a noi e tra loro anche molto diversi come il Friederich von Hayek di The Constitution of Liberty(1960) e John Rawls con il suo “principio di libertà”, uno dei due principi fondamentali di A Theory of Justice(1971).

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di Vittorio Pelligra

pubblicato su Il Sole 24 oredel 25/07/2021

Capita di sbagliare così come capita di essere sviati da errori sistematici, dai cosiddetti “bias”. Ne abbiamo parlato a lungo nelle scorse settimane. Sapere che certi errori sono sistematici, cioè si ripetono tendenzialmente tutti e per tutti nello stesso modo, però, può anche essere un vantaggio non da poco. La loro sistematicità, infatti, li rende prevedibili e quindi prevenibili. Ma come?

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di Vittorio Pelligra

pubblicato su Il Sole 24 ore del 18/07/2021

Secondo il fisico danese Niels Bohr, un esperto è qualcuno che ha commesso tutti gli errori che si possono compiere in un campo molto ristretto. La definizione è interessante anche se in italiano non rende bene quanto in inglese. L’inglese, infatti, ha due termini chiari per definire l’esito di un processo di apprendimento: da una parte abbiamo l’«experience» e dall’altra abbiamo, invece, l’«expertise». Il primo termine, che possiamo tradurre facilmente con «esperienza», indica quella conoscenza che otteniamo attraverso feedback ripetuti che ci indicano, attraverso un’operazione di associazione causa-effetto che, con una certa probabilità, a una determinata condotta seguiranno determinati effetti. Affinché questo processo abbia luogo è necessario che i feedback siano chiari, rapidi e numerosi.

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di Vittorio Pelligra

pubblicato su Il Sole 24 ore del 26/06/2022

Quella della cooperazione umana è una sfida colossale. Ha ricadute in ambito politico, sociale, economico. Dalla capacità e dalla volontà di cooperazione derivano, tra le altre cose, la pace, la prosperità, la qualità delle istituzioni democratiche, la salvaguardia dell’ambiente e molti altri beni di cui non possiamo fare a meno e da cui, sempre più radicalmente, dipende la qualità della nostra vita. È naturale, quindi, andare alla ricerca di quelli che sono gli elementi che facilitano o ostacolano questa capacità, di quelle che sono le determinanti della cooperazione umana.

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di Vittorio Pelligra

pubblicato su Il Sole 24 ore del 26/09/2021

Scriveva Adam Smithnella sua “Ricchezza delle Nazioni” che «Chi offre ad un altro un affare di qualsiasi tipo, si propone di fare questo: dammi ciò che voglio, e avrai ciò che vuoi. Questo è il significato di ogni simile offerta; ed è in questo modo che otteniamo gli uni dagli altri la maggior parte di quei buoni uffici di cui abbiamo bisogno. Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo la nostra cena, ma dal rispetto che hanno per il loro interesse».

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di Vittorio Pelligra

pubblicato su Il Sole 24 ore del 19/09/2021

Le economie moderne basano il loro successo sull’esistenza di istituzioni come i mercati, le imprese, le organizzazioni pubbliche che funzionano grazie al coordinamento delle azioni di numerosi, numerosissimi attori, di un numero a volte enorme di individui che, singolarmente, decisione dopo decisione, operano, esplicitamente o implicitamente, in vista della produzione di benefici individuali e collettivi.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 14/01/2024

Può non essere del tutto superfluo riprendere ad esplorare, proprio oggi, il significato dell’idea di libertà. Proprio oggi che guerre contro l’invasore, contro il terrorismo, contro l’oppressione e la discriminazione, contro il mancato riconoscimento delle specificità e dei desideri delle minoranze, terrorizzano milioni di persone e portano morte, alimentando odio tra i popoli, rancore e sete di vendetta, spesso proprio in nome della libertà. Libertà che viene minacciata dall’esercizio di altre libertà, dal potere della tecnica, dalla libertà che supera le regole della democrazia, dalla libertà dei mercati che limitano le libertà delle persone. Libertà di opprimere, libertà di schiacciare, libertà di ignorare.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 23/10/2022

Interno giorno: una classe di prima elementare. I giovani alunni ed alunne sono impegnati in un test di aritmetica. Dopo qualche tempo e non poca fatica i compiti vengono consegnati agli insegnanti per la valutazione. Alcuni saranno andati bene, altri saranno andati meno bene, com’è naturale che sia. Ora immaginate di ripetere la stessa operazione in tutte le prime classi della scuola e in tutte le scuole della città. Poi prendete i risultati e associate a ogni bambino il reddito della famiglia di origine. Quello che si vedrà è che coloro che vengono dal 25% delle famiglie con il reddito più alto saranno mediamente quelli con i punteggi più alti. Quelli, invece, che appartengono al 25% delle famiglie con il reddito più basso, avranno mediamente i punteggi più bassi. Si capisce.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Oreil 09/07/2023

«Il primo che, cintato un terreno, pensò di affermare, questo è mio, e trovò persone abbastanza ingenue da credergli fu il vero fondatore della società civile». Così scrive il grande ginevrino, Jean-Jacques Rousseau, all'inizio della parte seconda del Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza fra gli uomini (1755).

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 30/07/2023

“Tre sono le sorgenti dalle quali derivano i principii morali e politici regolatori degli uomini – scrive Cesare Beccaria nelle prime pagine del suo Dei delitti e delle pene (1764) - La rivelazione, la legge naturale, le convenzioni fattizie della società”. Dio, natura e convenzioni umane fondano, dunque, tre differenti prospettive rispetto a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 14/05/2023

Chi avesse dei dubbi sul potere delle idee dovrebbe riflettere sulla convinzione che molti dei più grandi filosofi politici dei secoli passati avevano circa la possibilità, dopo un'eventuale rivoluzione, che le loro opere venissero usate per accendere quei roghi nei quali essi stessi sarebbero stati gettati per primi. L'inglese John Locke fu uno di questi grandi filosofi e le sue idee gli procurarono un'esistenza avventurosa e lo portarono pericolosamente vicino ad un simile destino.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 21/05/2023

Nel 1690 John Locke pubblica, in forma anonima la sua opera politica più compiuta i Due trattati sul governo. Il lungo sottotitolo del libro è di per sé piuttosto illuminante: “Nel primo, i falsi princìpi e fondamenti di Sir Robert Filmer e dei suoi seguaci sono rivelati e confutati. Il secondo è un saggio concernente la vera origine, l'estensione e il fine del governo civile”.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 07/04/2024

Rawls è stato attaccato incessantemente, e da molte direzioni, perché la sua teoria della giustizia ha quel tipo di contenuto che suscita forte disaccordo”. Così scrive Thomas Nagel nel primo capitolo della Cambridge Companion to Rawls, un saggio dedicato al rapporto tra il pensiero del filosofo americano e la tradizione liberale. “Sebbene lo stile di presentazione sia sempre accomodante e mai provocatorio – continua Nagel - i punti di vista che egli esprime sono decisamente controversi (…) Ciò che Rawls ha fatto è stato combinare i forti principi di uguaglianza sociale ed economica associati al socialismo europeo con gli altrettanto forti principi di tolleranza pluralistica e di libertà personale associati al liberalismo americano, e lo ha fatto attraverso una teoria che li riconduce ad un fondamento comune”. Libertà e uguaglianza, dunque, stanno al centro della teoria rawlsiana, come due principi indispensabili e non contrattabili ma non separati e distinti, ma legati da un’origine comune.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 25/02/2024

Quando John Rawls pubblicò nel 1971 il suo libro più importante, Una teoria della giustizia, si capì subito che eravamo davanti ad un’opera notevole che avrebbe potuto cambiare per sempre il modo di fare filosofia politica. L’impatto fu enorme. Sebastiano Maffettone, filosofo e curatore dell’edizione italiana sostiene che “Le ricadute accademiche sono state tanto numerose da rendere praticamente impossibile un controllo rigoroso della letteratura su A Theory of Justice” (Introduzione a Rawls, Laterza, 2010). Ma l’influenza delle idee sviluppate nel libro travalica presto i limiti dell’accademica.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 18/02/2024

Le sue Lezioni di storia della filosofia politicainiziano affrontando il pensiero di Thomas Hobbes. Si parte da lì perché “secondo me – dice l’autore - e secondo molti altri il Leviatano è il più grande libro di filosofia politica che sia mai stato scritto in lingua inglese”, e poi si continua con altri giganti come Locke, Hume, Rousseau, Mill fino a concludersi con un’analisi approfondita e originale del pensiero di Karl Marx, critico del liberalismo. Se a questa carrellata di storia del pensiero politico occidentale dovessimo aggiungere un ulteriore capitolo, certamente il protagonista non potrebbe essere che l’autore stesso di quelle lezioni e cioè John Rawls, il più importante filosofo politico del ventesimo secolo. E così cerchiamo di fare anche noi. Dopo non pochi articoli dedicati a Marx e una parentesi nella quale ci siamo interessati ai due concetti di libertà di Berlin e ai teoremi di impossibilità di Sen e Arrow, con il Mind the Economy di oggi iniziamo ad affrontare il lavoro di Rawls, che di Kenneth Arrow, tra l’altro, fu successore ad Harvard nella prestigiosa cattedra intitolata a James Bryant Conant.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 03/03/2024

La teoria della giustizia di John Rawls si pone come “alternativa praticabile” all’utilitarismo e all’intuizionismo. Vuol essere, cioè, una teoria capace di fornire indicazioni operative sulle procedure e sui principi da utilizzare ed applicare concretamente in una società ben ordinata, equa e giusta. Il problema principale che Rawls cerca di risolvere è quello di trovare un criterio per la giusta distribuzione dei benefici che derivano dalla vita in comune. La capacità umana di fare le cose insieme cooperando ci mette nelle condizioni di raggiungere risultati che altrimenti da soli non saremmo in grado di raggiungere. I benefici eccedenti ottenuti in questo modo dovranno poi essere distribuiti tra tutti coloro che hanno preso parte alla loro determinazione. Ed è proprio qui che nasce l’attesa di giustizia. Nel punto in cui si manifesta il conflitto tra i singoli, i quali, in una prospettiva di mutuo disinteresse - come viene definito - desiderano ottenere la quota maggiore possibile di benefici e, contemporaneamente, quella minore possibile di costi. Anche dando per scontata, come fa Rawls, la nostra naturale tendenza alla cooperazione questa da sola non è sufficiente a indicare un criterio soddisfacente per la ripartizione dei benefici che essa stessa genera.

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di Vittorio Pelligra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 24/03/2024

La Teoria della giustiziadel filosofo americano John Rawls rappresenta l’opera di filosofia politica certamente più influente del XX secolo. Nonostante l’oggettiva complessità della sua costruzione, la finalità, nelle sue linee essenziali, può essere presentata in maniera piuttosto semplice. Lo fa, per esempio, Thomas Pogge, uno dei suoi ultimi allievi del filosofo americano, con queste parole: “Rawls mira a proporre un criterio pubblico di giustizia che i cittadini possano comprendere e applicare insieme in modo trasparente a tutte le questioni riguardanti la progettazione, il mantenimento e l’adeguamento della struttura di base della loro società”. L’idea di giustizia di Rawls, quindi, è innanzitutto un’idea applicabile; dev’essere cioè basata su principi operativi capaci di dare risposte e suggerire una linea d’azione davanti a problemi concreti. Dev’essere, poi, pubblica e sempliceda comprendere. Questi requisiti di pubblicità e semplicità, derivano dall’impostazione generale di tutta la filosofia politica rawlsiana che si pone come uditorio privilegiato non tanto i filosofi di professione, quanto i cittadini comuni, coloro che vivono e sperimentano i problemi della vita associata e che hanno necessità di acquisire dei principi di base in virtù dei quali formarsi idee e preferenze relative a tutti quei problemi fondamentali su cui, in ogni democrazia liberale, i cittadini sono chiamati ad esprimersi attraverso il voto. Ci dice Pogge, infine, che la giustizia non riguarda tanto le azioni dei singoli, ma piuttosto la struttura di base della società, le istituzioni che ci diamo per regolare le nostre relazioni e i principi che utilizziamo per allocare i benefici della cooperazione sociale.

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