Coronavirus e mercato

I provvedimenti del governo mettono in campo notevoli risorse necessarie per risollevare le sorti dell’Italia nell’emergenza da pandemia. Ma occorre rimuovere il groviglio della burocrazia. Un esempio pratico da Genova

di Alberto Ferrucci

pubblicato su Città Nuova il 23/05/2020

Due buone notizie: il presidente Mattarella firma il decreto da 55 miliardi di euro per uscire dall’incubo del Covid-19, mentre Macron propone con la Merkel alla Comunità europea di deliberare un finanziamento di 500 miliardi a fondo perduto in favore delle nazioni più colpite dalla pandemia.

Far riaprire le sale scommesse prima dei musei e delle scuole dà al Paese un messaggio etico molto negativo, che produce molti più danni, anche economici, di quelli stimabili dal MEF. Lettera di Luigino Bruni per il Presidente Conte

di Luigino Bruni

pubblicato su Vitail 24/04/2020

Carissimo Presidente Conte,

Le scrivo riguardo l’azzardo e l’annunciata riapertura dei giochi. Da ripetuti comunicati delll'Agenzia dogane e monopoli abbiamo appreso che Lunedì 27 aprile riprenderanno i giochi numerici, e che dal 4 si potrà tornare a scommettere.Come Lei ben sa, l’azzardo (che non è un gioco) in Italia è una vera epidemia sociale, che coinvolge soprattutto persone più fragili con altre “malattie sociali pregresse”. È di fatto una tassa sui poveri, che non di rado dilapidano i pochi denari risucchiati in spirali di dipendenza nelle quali affondano intere famiglie.

Editoriali - Lavoro e cura per questo tempo

di Alessandra Smerilli

pubblicato su Avvenire il 30/05/2020

«Molto tempo dopo, Edipo, vecchio e cieco, camminava lungo la strada. Avvertì un odore familiare. Era la Sfinge. Edipo disse: “Voglio farti una domanda. Perché non ho riconosciuto mia madre?”. “Hai dato la risposta sbagliata”, disse la Sfinge. “Ma questo era ciò che ha reso tutto possibile”, rispose Edipo. “No”, disse. “Quando ti chiesi: “Cosa cammina a quattro zampe al mattino? due a mezzogiorno e tre la sera, tu hai risposto, L’uomo. Non hai detto niente sulla donna”. “Quando dici Uomo”, disse Edipo, “includi anche le donne. Lo sanno tutti”. La Sfinge rispose: “Questo è quello che tu pensi”» (”Mito”, Muriel Rukeyser).

Nuove forme di relazione - Lo smart working e la scuola a distanza hanno allargato le nostre opportunità, ma aumentato le diseguaglianze, ridotto la socialità e la creatività del lavoro

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenireil 15/05/2020

Che cosa abbiamo imparato in questi due mesi sul lavoro e sulla scuola? Le cose positive sono sotto gli occhi di tutti, e non sono poche. Scoprire che molte cose che prima facevamo solo 'in presenza' si possono fare anche da casa, è stato emozionante e incoraggiante. Lo smart working ha allargato le nostre opportunità, ha arricchito il nostro set di offerta lavorativa, ha ridotto l’inquinamento e il traffico di cui non abbiamo certo alcuna nostalgia. Abbiamo parlato e collaborato con persone lontane che non avremmo mai raggiunto senza questi nuovi strumenti.

Il dibattito sulle misure da adottare per attenuare gli effetti economici della pandemia da coronavirus non ha ancora preso seriamente in considerazione la redistribuzione dei beni.

di Benedetto Gui

pubblicato su Città Nuova il 16/04/2020

«Tra i pastori sardi si è conservata un’antica tradizione. Quando a causa di una calamità naturale, o per altri motivi, un pastore perde il proprio gregge, ognuno dei suoi amici e dei suoi vicini gli dona una propria pecora». Questa pratica solidale, ricordata da suor Alessandra Smerilli nel libro Pillole di economia civile e del ben vivere, deve essere stata totalmente dimenticata dal popolo italiano, o almeno da chi conduce il dibattito pubblico sulla crisi economica creata dal coronavirus.

I Commenti de "Il Sole 24 Ore" - Mind the Economy, la serie di articoli di Vittorio Pelligra sul Sole 24 ore

di Vittorio Pelligra

pubblicato sul Sole 24 ore del 23/03/2020

I nostri giorni hanno preso una piega inaspettata. La diffusione pandemica del virus sta avendo un impatto sulle nostre vite difficile da sottovalutare. I cambiamenti ai quali stiamo andando incontro saranno profondi e non di breve momento. Abbiamo di fronte mesi e forse anni di radicali novità.

Questi mutamenti richiedono una risposta adattativa. Le nostre comunità devono iniziare a cambiare per adattarsi alle mutate circostanze esterne. Al centro di questa risposta non può non esserci uno sforzo cooperativo che ci deve spingere tutti a fare ciascuno la propria parte. Contribuire oggi, con urgenza, nell’ambito di un piano collettivo di contrasto alla diffusione del virus e, già da ora, alla progettazione e realizzazione di ciò che sarà il “dopo”.

I Commenti de "Il Sole 24 Ore" - Mind the Economy, la serie di articoli di Vittorio Pelligra sul Sole 24 ore

di Vittorio Pelligra

pubblicato sul Sole 24 ore del 05/04/2020

In periodi di avversità i popoli si stringono intorno ai loro leader, da essi traggono conforto, guida e ispirazione. Aumenta la fiducia e la coesione sociale, cambiano le narrazioni che spesso assumono toni epici. Il consenso dei presidenti americani, per esempio, è andato deteriorandosi stabilmente dagli anni dell’amministrazione Kennedy in avanti. Alla fine degli anni ’70 solo un americano su quattro si fidava del proprio governo. Una piccola ripresa negli anni ’80 soprattutto grazie al boom economico e poi un altro crollo.

Dopo l’uscita improvvida della presidente Lagarde, il board della Banca centrale europea ha voluto rassicurare i mercati sul fatto di fronteggiare una crisi inedita e in grado di paralizzare ben più di un solo Paese

di Tommaso Reggiani

pubblicato su Città Nuova il 18/03/2020

Venerdì 13 marzo 2020, parlando a porte chiuse con il massimo organo decisionale della BCE, la presidente Christine Lagarde si è scusata per gli incauti commenti che hanno causato il più pesante crollo dei titoli di stato italiani negli ultimi dieci anni.

Editoriali - Meccanismi e complessità del mercato, interdipendenza, fraternità

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 13/03/2020

Economia, cioè il governo della casa. È questa la prima definizione che imparano gli studenti di economia nel primo giorno di scuola. Mai come in questi giorni la nostra generazione ha capito che esiste un rapporto diretto tra governo, casa ed economia. Il governo ci chiede di stare a casa, mentre l’economia fa di tutto perché qualcuno non stia a casa ma al lavoro. L’economia può e deve fare il suo mestiere, cioè fare in modo che le parole rassicuranti che il governo ci rivolge nel tenerci buoni a casa possano corrispondere al vero – i supermercati saranno pieni di merci.

Vale la pena fermare l’economia per salvare tante esistenze? Anche una fredda contabilità indica che la scelta italiana risulta quella più efficace e condivisibile

di Matteo Rizzolli

pubblicato su Avvenire il 26/03/2020

I terribili giorni che stiamo vivendo hanno fatto emergere delle domande a cui mai avremmo pensato di dover dare risposta. Chi dobbiamo curare? Quanti danni economici siamo disposti a tollerare per salvare una vita in più? Quanto vale – insomma – una vita umana? L’idea che si possa attribuire un valore economico a una vita umana e che sulla base di questo valore si possano prendere delle decisioni politiche che utilizzino il famoso mantra economico dell’«analisi costi-benefici» disturba il senso comune. Non ci può essere un mercato per tutto: rifiutiamo (quasi) tutti l’idea che si possano vendere organi, che si possano comperare bambini; ci fa orrore l’idea che si possa dare un prezzo alla propria verginità o che qualcuno si faccia, anche volontariamente, schiavo di qualcun altro. Questi e altri vengono chiamati dagli economisti 'mercati ripugnanti' perché la nostra civiltà non concepisce che ci possano essere transazioni di questi beni. Eppure, l’emergenza del Covid-19, la necessità di decidere come utilizzare le poche risorse a disposizione e come pianificare un intervento di politica sanitaria ed economica ci rimette di fronte all’indicibile e ci obbliga a ragionare di quanto valga una vita umana e di cosa siamo disposti a fare per salvarne una in più.

I Commenti de "Il Sole 24 Ore" - Mind the Economy, la serie di articoli di Vittorio Pelligra sul Sole 24 ore

di Vittorio Pelligra

pubblicato su Il Sole 24 ore del 31/05/2020

«Mancanza di immaginazione». È stata questa la risposta fornita da Ali Khan, preside del College of Public Health dell'Università del Nebraska, al suo intervistatore, David Quammen, noto autore di “Spillover. L'evoluzione delle pandemie” (Adelphi, 2012), libro best-seller internazionale su virus, cacciatori di virus, epidemie e zoonosi. Quammen, in una recente intervista ha chiesto a Khan, che per anni è stato direttore dell'Office of Public Health Preparedness and Response, la struttura incaricata di immaginare e progettare le risposte alla minaccia epidemica negli Stati Uniti, che cosa sia andato così rovinosamente storto nella gestione di SARS-CoV-2, che cosa ne sia stato della preparazione della sanità pubblica e perché la maggior parte dei paesi si sono trovati così impreparati.

Gli effetti dirompenti per l’economia mondiale dalle scelte sbagliate dei leader mondiali davanti alla pandemia

di Alberto Ferrucci

pubblicato su Città Nuova il 24/04/2020

Gli eventi di questi mesi sembrerebbero suggerire che il pianeta Terra, di cui si è appena celebrata la giornata, abbia trovato modo di difendersi dall’aggressione all’equilibrio che ha raggiunto in milioni di anni e che ha permesso il fiorire della vita, rendendolo la meraviglia che è.

Per renderlo disponibile a tutti, il vaccino dovrebbe essere liberato da qualsiasi brevetto. Dovrebbe essere di dominio pubblico. Ciò consentirà ai governi, alle fondazioni, alle organizzazioni non profit, agli individui filantropici e alle imprese sociali di farsi avanti per produrre e / o distribuire questo in tutto il mondo

Mentre la pandemia di Covid-19 continua a provocare disastri in tutto il mondo, la ricerca per trovare un vaccino efficace continua, sia nell'industria farmaceutica che nella ricerca pubblica. In effetti, tutti convergono sull'idea che alla fine l'unico modo per sradicare definitivamente la pandemia è arrivare ad un vaccino che può essere somministrato a tutti gli abitanti del pianeta, urbani o rurali, uomini o donne, che vivono in paesi ricchi o poveri.

I Commenti de "Il Sole 24 Ore" - Mind the Economy, la serie di articoli di Vittorio Pelligra sul Sole 24 ore

di Vittorio Pelligra

pubblicato sul Sole 24 ore del 24/05/2020

Da dove ripartire? Questo interrogativo chiama una risposta urgente, ma ragionata e condivisa. Quali sono le priorità che vogliamo porci per i prossimi mesi e per i prossimi anni? Una volta affrontate le prime emergenze, la cura dei malati, il controllo dei contagi, la riapertura in sicurezza, questa fase di ripartenza può offrirci possibilità inedite, fino a pochi mesi fa, per progettare e cominciare a costruire il futuro. L'attivazione della clausola di salvaguardia del Patto di stabilità, ci consente una nuova flessibilità nelle azioni di politica economica, nella possibilità di fare debito e investimenti pubblici per cercare di dare ossigeno all'economia e riattivare il processo di crescita drammaticamente interrotto dalla pandemia.

I Commenti de "Il Sole 24 Ore" - Mind the Economy, la serie di articoli di Vittorio Pelligra sul Sole 24 ore

di Vittorio Pelligra

pubblicato sul Sole 24 ore del 03/05/2020

La prima via che apre alla nostra intelligenza la strada della conoscenza è certamente quella dell'esperienza personale. Un risultato positivo che segue ad una nostra scelta tende a farci avere maggiore fiducia in quella scelta che lo ha determinato e ci spinge a fissare quella stessa scelta nel nostro repertorio comportamentale. Al contrario, esiti negativi, comunque vengano misurati, tenderanno a farci diventare più cauti e a farci abbandonare scelte e azioni che li hanno prodotti.

Gli effetti in Italia e a livello mondiale del rallentamento delle catene di produzione delle merci dovuti alla paralisi della Cina. L’occasione per ripensare nuove strategie di lungo termine

di Tommaso Reggiani

pubblicato su Città Nuova il 27/02/2020

Con un’economia italiana già acciaccata, il panico generato dal Coronavirus rappresenta sicuramente una brutta sorpresa per l’Italia. Il volume della nostra economia si era già contratto del 0,3 % nell’ultimo trimestre dello scorso anno – il calo più marcato degli ultimi sei anni – e l’impatto del Coronavirus con ogni probabilità accentuerà questo trend negativo. Con i circa 125 milioni di arrivi turistici annuali – equamente ripartiti fra turismo interno e turismo internazionale – il giro d’affari garantito dalle visite estere ammonta a circa 42 miliardi di euro equivalenti al 6% del nostro PIL. Le restrizioni messe in atto in questi giorni, rendono il settore turistico estremamente sensibile al Coronavirus. L’allarmismo di questi giorni ha contribuito a far scendere la borsa di Milano di quasi il 5%, un dato che non si registrava dal giugno 2016.

La casa comune può diventare più umana e più ospitale solo se la guardiamo e la pensiamo insieme, uomini e donne. Sarebbe uno spostare più in là dei paletti dell’umano

di Alessandra Smerilli

pubblicato su Roma Sette il 280/04/2020

Molto tempo dopo, Edipo, vecchio e cieco, camminava lungo la strada. Avvertì un odore familiare. Era la Sfinge. Edipo disse: «Voglio farti una domanda. Perché non ho riconosciuto mia madre?». «Hai dato la risposta sbagliata», disse la Sfinge. «Ma questo era ciò che ha reso tutto possibile», rispose Edipo. «No», disse. «Quando ti chiesi: “Cosa cammina a quattro zampe al mattino, due a mezzogiorno e tre la sera?”, tu hai risposto: l’uomo. Non hai detto niente sulla donna». «Quando dici Uomo – disse Edipo – includi anche le donne. Lo sanno tutti». La Sfinge rispose: «Questo è quello che tu pensi» (Myth, Muriel Rukeyser). Purtroppo, nell’economia e in altre scienze sociali, per troppo tempo abbiamo assistito a una generalizzazione degli standard maschili, come se comprendessero tutto l’umano. E come la Sfinge ci suggerisce, l’errore, perché di errore si tratta, sta ancora attraversando le nostre società. Ma le vulnerabilità, anche economiche, che questa pandemia sta rivelando, forse ci chiedono di mettere in campo sguardi nuovi.

Opinioni - Debito e colpa, Europa e nostro domani

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 31/03/2020

«Questi genealogisti della morale si sono mai, sino a oggi, anche solo lontanamente immaginati che, per esempio, quel basilare concetto morale di 'colpa' ha preso origine dal concetto molto materiale di 'debito'?». In questa famosa frase della 'Genealogia della morale', Friedrich Nietzsche sottolineava lo strettissimo rapporto che nella lingua tedesca esiste tra 'debito' e 'colpa', al punto di essere la stessa parola: Schuld . Stessa equivalenza e stessa parola le ritroviamo anche nella lingua olandese.

In evidenza

di  Luigino Bruni

pubblicato su: "La vita picena" il 18/04/2020

In questi primi quasi due mesi di emergenza globale sanitaria siamo entrati, improvvisamente, in un mondo che non conoscevamo. Stiamo scoprendo abilità che pensavamo di non avere - restare fermi a casa per settimane di fila, cucinare cose diverse e buone, parlare e ascoltare di più i famigliari, riscoprire il valore della domanda semplice ‘come stai?’, a guardare angoli della casa dimenticati e trascurati da anni, a fare riunioni online, lezioni, telefonate più lunghe e profonde, a piangere davanti alla TV, non per un film ma per le notizie tremende … -; ma stiamo anche scoprendo quanto era bello l’ufficio, i colleghi, la chiacchierata al bar che, ci siamo accorti, ci piaceva non solo per il caffè ma per i beni relazionali che consumavamo con gli amici.

​In questa crisi possiamo leggere importanti messaggi sul capitalismo: ci siamo fatti incantare dal benessere e dal delirio di onnipotenza, dimenticando la dottrina sociale della Chiesa.

di Luigino Bruni

pubblicato sul Messaggero di Sant'Antonio il 13/04/2020

Le crisi servono anche per capire la natura più profonda delle cose che viviamo. Mentre sto scrivendo, nei tempi tremendi del Covid-19, di fronte alla difficoltà del lavorare, ci accorgiamo quanto amiamo il lavoro, nonostante tutto. Stiamo capendo che ci piace stare a casa la domenica perché poi c’è il lunedì e si torna a lavoro, perché senza i giorni feriali si abbuiano anche i giorni festivi. La prima vittima della disoccupazione è la domenica, e la festa in genere.

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