La casa comune può diventare più umana e più ospitale solo se la guardiamo e la pensiamo insieme, uomini e donne. Sarebbe uno spostare più in là dei paletti dell’umano
di Alessandra Smerilli
pubblicato su Roma Sette il 280/04/2020
Molto tempo dopo, Edipo, vecchio e cieco, camminava lungo la strada. Avvertì un odore familiare. Era la Sfinge. Edipo disse: «Voglio farti una domanda. Perché non ho riconosciuto mia madre?». «Hai dato la risposta sbagliata», disse la Sfinge. «Ma questo era ciò che ha reso tutto possibile», rispose Edipo. «No», disse. «Quando ti chiesi: “Cosa cammina a quattro zampe al mattino, due a mezzogiorno e tre la sera?”, tu hai risposto: l’uomo. Non hai detto niente sulla donna». «Quando dici Uomo – disse Edipo – includi anche le donne. Lo sanno tutti». La Sfinge rispose: «Questo è quello che tu pensi» (Myth, Muriel Rukeyser). Purtroppo, nell’economia e in altre scienze sociali, per troppo tempo abbiamo assistito a una generalizzazione degli standard maschili, come se comprendessero tutto l’umano. E come la Sfinge ci suggerisce, l’errore, perché di errore si tratta, sta ancora attraversando le nostre società. Ma le vulnerabilità, anche economiche, che questa pandemia sta rivelando, forse ci chiedono di mettere in campo sguardi nuovi.