Coronavirus e mercato

Far riaprire le sale scommesse prima dei musei e delle scuole dà al Paese un messaggio etico molto negativo, che produce molti più danni, anche economici, di quelli stimabili dal MEF. Lettera di Luigino Bruni per il Presidente Conte

di Luigino Bruni

pubblicato su Vitail 24/04/2020

Carissimo Presidente Conte,

Le scrivo riguardo l’azzardo e l’annunciata riapertura dei giochi. Da ripetuti comunicati delll'Agenzia dogane e monopoli abbiamo appreso che Lunedì 27 aprile riprenderanno i giochi numerici, e che dal 4 si potrà tornare a scommettere.Come Lei ben sa, l’azzardo (che non è un gioco) in Italia è una vera epidemia sociale, che coinvolge soprattutto persone più fragili con altre “malattie sociali pregresse”. È di fatto una tassa sui poveri, che non di rado dilapidano i pochi denari risucchiati in spirali di dipendenza nelle quali affondano intere famiglie.

Nuove forme di relazione - Lo smart working e la scuola a distanza hanno allargato le nostre opportunità, ma aumentato le diseguaglianze, ridotto la socialità e la creatività del lavoro

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenireil 15/05/2020

Che cosa abbiamo imparato in questi due mesi sul lavoro e sulla scuola? Le cose positive sono sotto gli occhi di tutti, e non sono poche. Scoprire che molte cose che prima facevamo solo 'in presenza' si possono fare anche da casa, è stato emozionante e incoraggiante. Lo smart working ha allargato le nostre opportunità, ha arricchito il nostro set di offerta lavorativa, ha ridotto l’inquinamento e il traffico di cui non abbiamo certo alcuna nostalgia. Abbiamo parlato e collaborato con persone lontane che non avremmo mai raggiunto senza questi nuovi strumenti.

Dopo l’uscita improvvida della presidente Lagarde, il board della Banca centrale europea ha voluto rassicurare i mercati sul fatto di fronteggiare una crisi inedita e in grado di paralizzare ben più di un solo Paese

di Tommaso Reggiani

pubblicato su Città Nuova il 18/03/2020

Venerdì 13 marzo 2020, parlando a porte chiuse con il massimo organo decisionale della BCE, la presidente Christine Lagarde si è scusata per gli incauti commenti che hanno causato il più pesante crollo dei titoli di stato italiani negli ultimi dieci anni.

Editoriali - Meccanismi e complessità del mercato, interdipendenza, fraternità

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 13/03/2020

Economia, cioè il governo della casa. È questa la prima definizione che imparano gli studenti di economia nel primo giorno di scuola. Mai come in questi giorni la nostra generazione ha capito che esiste un rapporto diretto tra governo, casa ed economia. Il governo ci chiede di stare a casa, mentre l’economia fa di tutto perché qualcuno non stia a casa ma al lavoro. L’economia può e deve fare il suo mestiere, cioè fare in modo che le parole rassicuranti che il governo ci rivolge nel tenerci buoni a casa possano corrispondere al vero – i supermercati saranno pieni di merci.

Vale la pena fermare l’economia per salvare tante esistenze? Anche una fredda contabilità indica che la scelta italiana risulta quella più efficace e condivisibile

di Matteo Rizzolli

pubblicato su Avvenire il 26/03/2020

I terribili giorni che stiamo vivendo hanno fatto emergere delle domande a cui mai avremmo pensato di dover dare risposta. Chi dobbiamo curare? Quanti danni economici siamo disposti a tollerare per salvare una vita in più? Quanto vale – insomma – una vita umana? L’idea che si possa attribuire un valore economico a una vita umana e che sulla base di questo valore si possano prendere delle decisioni politiche che utilizzino il famoso mantra economico dell’«analisi costi-benefici» disturba il senso comune. Non ci può essere un mercato per tutto: rifiutiamo (quasi) tutti l’idea che si possano vendere organi, che si possano comperare bambini; ci fa orrore l’idea che si possa dare un prezzo alla propria verginità o che qualcuno si faccia, anche volontariamente, schiavo di qualcun altro. Questi e altri vengono chiamati dagli economisti 'mercati ripugnanti' perché la nostra civiltà non concepisce che ci possano essere transazioni di questi beni. Eppure, l’emergenza del Covid-19, la necessità di decidere come utilizzare le poche risorse a disposizione e come pianificare un intervento di politica sanitaria ed economica ci rimette di fronte all’indicibile e ci obbliga a ragionare di quanto valga una vita umana e di cosa siamo disposti a fare per salvarne una in più.

Per renderlo disponibile a tutti, il vaccino dovrebbe essere liberato da qualsiasi brevetto. Dovrebbe essere di dominio pubblico. Ciò consentirà ai governi, alle fondazioni, alle organizzazioni non profit, agli individui filantropici e alle imprese sociali di farsi avanti per produrre e / o distribuire questo in tutto il mondo

Mentre la pandemia di Covid-19 continua a provocare disastri in tutto il mondo, la ricerca per trovare un vaccino efficace continua, sia nell'industria farmaceutica che nella ricerca pubblica. In effetti, tutti convergono sull'idea che alla fine l'unico modo per sradicare definitivamente la pandemia è arrivare ad un vaccino che può essere somministrato a tutti gli abitanti del pianeta, urbani o rurali, uomini o donne, che vivono in paesi ricchi o poveri.

Gli effetti in Italia e a livello mondiale del rallentamento delle catene di produzione delle merci dovuti alla paralisi della Cina. L’occasione per ripensare nuove strategie di lungo termine

di Tommaso Reggiani

pubblicato su Città Nuova il 27/02/2020

Con un’economia italiana già acciaccata, il panico generato dal Coronavirus rappresenta sicuramente una brutta sorpresa per l’Italia. Il volume della nostra economia si era già contratto del 0,3 % nell’ultimo trimestre dello scorso anno – il calo più marcato degli ultimi sei anni – e l’impatto del Coronavirus con ogni probabilità accentuerà questo trend negativo. Con i circa 125 milioni di arrivi turistici annuali – equamente ripartiti fra turismo interno e turismo internazionale – il giro d’affari garantito dalle visite estere ammonta a circa 42 miliardi di euro equivalenti al 6% del nostro PIL. Le restrizioni messe in atto in questi giorni, rendono il settore turistico estremamente sensibile al Coronavirus. L’allarmismo di questi giorni ha contribuito a far scendere la borsa di Milano di quasi il 5%, un dato che non si registrava dal giugno 2016.

Opinioni - Debito e colpa, Europa e nostro domani

di Luigino Bruni

pubblicato su Avvenire il 31/03/2020

«Questi genealogisti della morale si sono mai, sino a oggi, anche solo lontanamente immaginati che, per esempio, quel basilare concetto morale di 'colpa' ha preso origine dal concetto molto materiale di 'debito'?». In questa famosa frase della 'Genealogia della morale', Friedrich Nietzsche sottolineava lo strettissimo rapporto che nella lingua tedesca esiste tra 'debito' e 'colpa', al punto di essere la stessa parola: Schuld . Stessa equivalenza e stessa parola le ritroviamo anche nella lingua olandese.

In evidenza

di  Luigino Bruni

pubblicato su: "La vita picena" il 18/04/2020

In questi primi quasi due mesi di emergenza globale sanitaria siamo entrati, improvvisamente, in un mondo che non conoscevamo. Stiamo scoprendo abilità che pensavamo di non avere - restare fermi a casa per settimane di fila, cucinare cose diverse e buone, parlare e ascoltare di più i famigliari, riscoprire il valore della domanda semplice ‘come stai?’, a guardare angoli della casa dimenticati e trascurati da anni, a fare riunioni online, lezioni, telefonate più lunghe e profonde, a piangere davanti alla TV, non per un film ma per le notizie tremende … -; ma stiamo anche scoprendo quanto era bello l’ufficio, i colleghi, la chiacchierata al bar che, ci siamo accorti, ci piaceva non solo per il caffè ma per i beni relazionali che consumavamo con gli amici.

​In questa crisi possiamo leggere importanti messaggi sul capitalismo: ci siamo fatti incantare dal benessere e dal delirio di onnipotenza, dimenticando la dottrina sociale della Chiesa.

di Luigino Bruni

pubblicato sul Messaggero di Sant'Antonio il 13/04/2020

Le crisi servono anche per capire la natura più profonda delle cose che viviamo. Mentre sto scrivendo, nei tempi tremendi del Covid-19, di fronte alla difficoltà del lavorare, ci accorgiamo quanto amiamo il lavoro, nonostante tutto. Stiamo capendo che ci piace stare a casa la domenica perché poi c’è il lunedì e si torna a lavoro, perché senza i giorni feriali si abbuiano anche i giorni festivi. La prima vittima della disoccupazione è la domenica, e la festa in genere.

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