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Porto Rico. Una ricostruzione nel segno della resilienza

EoF: le storie - Carlos Martinez è un giovane architetto che ha creato una piccola impresa dopo l'uragano del settembre 2017

di Maria Gaglione

pubblicato su Avvenire il 31/01/2020

20 settembre 2017, un uragano di categoria cinque colpisce l’area nord-orientale dei Caraibi e provoca danni catastrofici sulla mia isola: Porto Rico. 91,6 miliardi di danni, il 99% dell'isola senza energia elettrica e centinaia di morti. È stato il disastro naturale più violento degli ultimi 89 anni. La mattina dopo, la mia vita è cambiata drasticamente. Tre mesi senza acqua e cinque mesi senza energia elettrica mi hanno fatto capire che era tempo di considerare anche il mio futuro professionale con uno sguardo diverso. Era tempo di fare un passo indietro e immaginare il modo in cui i miei studi in architettura avrebbero potuto contribuire alla ricostruzione dell’isola. Dovevo e volevo fare di più”.

Comincia così il suo racconto, Carlos Martinez, classe 1994, oggi imprenditore. CEO di una piccola azienda di consulenza e costruzione di immobili, la 376 Development and Construction è nata proprio nel 2017, segno di speranza concreto per guardare al futuro. Le immagini della sua terra ferita dall’uragano sono ancora negli occhi di Carlos, insieme alle centinaia di migliaia di persone isolate per giorni, senza accesso a cibo, acqua potabile e medicinali. Danni alle persone, alle case, alle strade. Il desiderio di ripartire, di ricostruire, di restare. “Il nostro team è competente in tutte le discipline necessarie per realizzare un progetto immobiliare (progettazione, architettura, ingegneria, costruzione, manutenzione delle strutture). Abbiamo sviluppato progetti in diversi settori dall'ospitalità a strutture ospedaliere, case private, alloggi per famiglie con basso reddito. Nonostante l’ampia diversificazione dei nostri progetti, nel corso del tempo l’obiettivo principale è diventato costruire alloggi per famiglie con basso reddito per combattere la povertà con un approccio inclusivo per le comunità locali. Come progettisti immobiliari, sappiamo che il nostro lavoro ha un enorme impatto sociale e ambientale nelle aree circostanti. Per questo motivo, ad esempio, i processi decisionali dell’azienda sono partecipativi, mirano cioè a coinvolgere le comunità locali interessate dal progetto valorizzandone suggerimenti e preoccupazioni per garantire speranza e nuove opportunità”. Ricostruire le isole dopo un uragano è molto più complesso rispetto alla semplice costruzione di nuovi edifici. Gli ingegneri, gli architetti, infatti, si trovano davanti ad una situazione particolare: ricostruire infrastrutture che, probabilmente, verranno nuovamente colpite da un altro uragano devastante. Non solo. Lavorare per ricostruire in un contesto di devastazione e di profonda crisi economica.

L’ uragano del settembre 2017 che ha colpito l’isola di Porto Rico, ha lasciato dietro di sé centinaia di vittime e danni incommensurabili. L’isola è stata essenzialmente distrutta dalla furia dell’uragano e il ritorno alla normalità è stato molto difficile e lungo. “Ecco perché” ci dice Carlos – “fin dal primo giorno, il nostro approccio progettuale è stato costruire con resilienza. Tutti i nostri progetti sono conformi alle normative e agli standard internazionali in materia di green design. Come imprenditore, ho sentito e sento la responsabilità di mettere in atto tutto quello che è possibile per evitare o limitare i danni di possibili future catastrofi”. Si definiscono game-changers e Carlos sottolinea: “Tutto il nostro team è impegnato, nel nostro ambito professionale, nella costruzione di una nuova economia globale sostenibile. È il nostro momento per fare la differenza, con i nostri progetti, le nostre comunità e i nostri mattoni; anzi” - aggiunge a proposito di The Economy of Francesco- “è responsabilità della mia generazione fare la differenza. Con il desiderio di cambiare, l’impegno e la generosità tipici della nostra età, si può costruire un mondo più giusto. Nel frastuono di tante piccole distrazioni e spinte egoistiche, l’appello a ri-animare l’economia globale ci deve provocare. Senza dubbio, questo evento mi aiuterà a fare rete e ad aprire nuove prospettive sullo sviluppo sostenibile e inclusivo. Non vedo l'ora di essere ad Assisi e insieme rafforzare questo irrinunciabile desiderio di costruire un mondo migliore”.

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