Ottava video intervista della serie «Flashes of Life & Roots»: ne è protagonista lo studioso "pioniere" dell'Economia di Comunione Benedetto Gui
Tornano le interviste nate dal progetto Flashes of Life & Roots: abbiamo deciso di intervistare una serie di "pionieri di Edc" per raccogliere le "perle preziose" contenute nelle esperienze di quelle persone che, in diverse parti del mondo e in diversi contesti culturali, hanno risposto in modo radicale a una vocazione comune: quella di dare vita - con la propria vita- all'Economia di Comunione.
L'ottavo protagonista della nostra serie di interviste è Benedetto Gui, economista italiano. Nato a Padova, cresciuto a Roma e poi ritornato a Padova all'epoca dell'Università, Benedetto ha attraversato un percorso accademico e umano segnato dalla ricerca di senso e giustizia. Dopo aver iniziato gli studi in ingegneria e matematica, ha trovato nell’economia lo spazio ideale per coniugare rigore scientifico e attenzione alla vita concreta delle persone. Professore in diverse università italiane, ha concluso la sua carriera accademica all’Istituto Universitario Sophia, dove ha contribuito allo sviluppo di un filone economico ispirato alla spiritualità dell’unità. La sua esperienza è quella di un “cane sciolto”, come ama definirsi, che ha saputo trasformare la libertà accademica in un’occasione per esplorare temi innovativi come la partecipazione dei lavoratori nelle imprese e i beni relazionali.
In un'epoca in cui l'idealità era molto forte -gli anni 70- Benedetto e quella che sarebbe diventata sua moglie, Marina, si avvicinano alla spiritualità dell’unità, rimanendo colpiti dall’esperienza di Loppiano. Questo incontro segna l’inizio di un cammino che lo porterà a riflettere sull’economia come luogo di relazioni e giustizia. Già attivo nel Movimento Umanità Nuova nell'ambito dell'Economia e lavoro, nel 1991 accoglie la proposta di Chiara Lubich sull’Economia di Comunione, inizialmente con qualche riserva. Racconta Benedetto:
«Quella parola ‘comunione’ mi sembrava difficile da proporre, soprattutto in ambito accademico. Ma col tempo ho capito che era proprio la parola più preziosa, forse proprio perché difficile; la comunione è la vocazione della persona umana in tutti i campi, e quindi anche in quello dell’economia».
Nel suo ruolo di studioso, Gui ha vissuto un rapporto profondo e fraterno con gli imprenditori dell’Economia di Comunione. Partecipando a eventi e visitando aziende, ha potuto constatare come le idee elaborate in ambito teorico trovassero riscontro nella pratica quotidiana. «Non si sentiva tanto la distinzione tra studiosi e imprenditori», afferma, sottolineando come l’esperienza condivisa rafforzasse la convinzione che un’economia diversa è possibile. L’attenzione alla persona, la partecipazione e la giustizia diventano così criteri concreti per orientare le scelte aziendali, anche in contesti complessi.
Guardando avanti, Benedetto riconosce l’importanza del ricambio generazionale e della collaborazione con altri movimenti e iniziative che condividono l’obiettivo di un’economia più giusta e inclusiva. L’Economia di Comunione, secondo lui, è una spinta, una visione che può ispirare ogni ambito della ricerca economica. Il suo consiglio ai giovani studiosi è di mantenere viva l’ispirazione originaria, anche quando si entra in contesti accademici esigenti:
«Avere una ragione più profonda per la ricerca che si fa è un grande aiuto per trovare energie e motivazione».
Un messaggio che risuona come invito a non perdere mai di vista il fine ultimo: costruire, anche attraverso l’economia, un mondo più umano.
Ascolta l’intervista e fai anche tu parte di questo movimento!
Trovi a questa pagina le precedenti interviste della serie Flashes of Life and Roots.