Pubblichiamo una esperienza-riflessione di Irene Giordano, una delle protagoniste dell'EdC in Italia. Vorremmo che questi "fatti di gratuità" fossero sempre più presenti sul sito, affinchè diventi davvero un intreccio di cultura, riflessione e vita, come l'EdC di cui vuole essere specchio.
Gratuità e strano mercato
di Irene Giordano
Sette del mattino, colazione, chiedo a mio figlio, da poco diciottenne: “com'è questa esperienza del GREST da animatore?”. Risponde: “guarda mamma faticosa. Ogni mattina, qualunque cosa sia successa la sera o la notte prima, con qualunque temperatura, cominciare alle 8,00 in punto e staccare alle 14,00, con 250 bambini, non è il massimo....Se ci dovessero pagare per quello che facciamo non so quanto ci vorrebbe...ma noi non lo facciamo per soldi...”.
Già, mi dico, ecco il bello del volontariato.
Più tardi, prima di andare in Studio, passo dalla lavanderia a lasciare il mio vestito della festa, irrimediabilmente macchiato la sera prima ad un ricevimento di nozze. Mi accoglie, sorridente come sempre, la titolare, una bella signora sui 35 che mi accorgo essere in gravidanza.
A quando l'evento chiedo con immediatezza, fine mese, mi risponde, con serena soddisfazione.
Faccio rapidamente un calcolo e mi dico (deformazione professionale): la legge, secondo la Cassazione, non obbliga le lavoratrici autonome ad astenersi obbligatoriamente da ogni attività di lavoro...
Ritorno, dopo un paio di giorni, a ritirare il mio vestito, perfetto e ripulito, e provo sincera gratitudine per quella mamma che pur “lavorando” alla costruzione di una nuova vita ha mantenuto i suoi impegni consueti. Pago il solito ma sono perfettamente consapevole dell'alto valore aggiunto di quella prestazione (una mamma all'ottavo mese, in piena estate, in una lavanderia) e ritrovo la “gratuità”, stavolta nel mercato.